Apocalipsi

Giungi senza promesse e senza affanno

se fossi mattina avresti i suoi occhi

se fossi tramonto la sua ombra

racconta la solita cicala il sentimento

di stagioni passate ad aspettare il grano

marcio, atteso il raccolto non rimane che fatica

indignata commozione

incapaci di leggere il cielo, io guardo in basso

cercando tracce mi ritrovo ancora lì

piazza nuda senza bandiere e sangue

rapiti i sogni li chiusi in una voliera in un giardino

abbandonato da Primavera ed Estate

si schiusero i boccioli in quella neve

sterili caddero a terra senza sapore di lacrime

chiusi nella mia mano esalarono l’ultimo respiro

e fingendosi santi ascesero in quel dannato

purgatorio

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